lunedì 23 febbraio 2009

The butcher nun


Entrò velocemente nella sala parto. Sotto la veste da infermiera pendevano i lembi della tunica monacale. Un coltello di quelli da macellaio affondò con un grido nella pancia della partoriente con una precisione tale da evitare di uccidere il bimbo che aveva la testa ormai fuori dalla vagina. I dottori indietreggiarono senza aver ancora realizzato l’accaduto. La suora appena estratta la lama, con rapidi fendenti, recise le carotidi di tutti i presenti. Dal ventre della madre uscivano sangue e liquido, gli occhi strabuzzati, ghiacciati tra il dolore del parto e l’orrida sorpresa della morte. In un attimo fu reciso il cordone ombelicale e la suora uscì da quel bagno sanguinario con il bambino avvolto dentro un panno. Prima che la guardia al piano potesse intervenire, aveva già preso la prima porta che dava al sotterraneo delle caldaie. Il commissario fu svegliato dalla solita telefonata. Erano mesi che quella cantilena andava avanti. Un Ospedale, una clinica, visitate dal killer. Non riusciva a capire come fosse possibile per l’assassino entrare così facilmente dentro la sala parto per compiere quelle strage con rapimento. Le indagini avevano dato pochi risultati. C’erano dei collegamenti strani in quei crimini. Tutte le coppie, prima del parto, avevano chiesto assistenza spirituale presso un vecchio convento di suore, al centro della città, un convento nel quale operavano ancora poche e vecchie donne. Il convento era una grigia ed immensa costruzione che partiva occupava un intero isolato. Era una di quelle zone talmente centrali, da risultare, paradossalmente tanto anonime. Il Commissario suonò alla portineria. Una vecchia suora, con un bastone e lo sguardo acido gli aprì, non senza prima aver fatto un terzo grado al poliziotto. - E’ con suor Michelina che deve parlare- disse la vecchia. Gli venne incontro una suora di mezza età, alta, dal viso tagliente e dagli occhi di un verde profondo ed inquietante. Andarono nel suo ufficio. Il commissario chiese notizie sulle coppie, vittime degli omicidi e dei rapimenti. La suora diede informazioni tanto precise da essere quasi false. Il commissario aveva notato una musica di sottofondo eccessivamente alta, tanto che si faceva fatica a parlare. Non aveva osato chiedere di abbassare il volume. Stava per accomiatarsi e aveva appena messo la mano sulla maniglia della porta, quando il brano cessò, ed il Commissario udì distintamente dei vagiti provenire dal fondo del corridoio. Venivano dalla cappellina del convento. Estrasse la pistola. La suora, senza dire una parola fece cenno di seguirla. Entrarono e si diressero dietro l’altare dove c’era una porticina sul muro. Ora i vagiti erano fortissimi. Il Commissario sbiancò . Vi era un seminterrato illuminato da tetre luci al neon. Lungo questo seminterrato vi erano decine di cullette nelle quali piangevano altrettanti bambini. - I genitori non sarebbero stati degni di crescere questi figli - disse la suora con tono pacato. - Era nostro dovere morale e cristiano, preservare queste creature di Dio dal peccato e dalla corruzione- Il Commissario tentò di girarsi di scatto. Fece appena in tempo a vedere il filo dell’ascia scendere sulla sua testa..

1 commento:

  1. Ripristinato, dopo momenti di disservizio. Faccina, commento, post, blog e vita...
    Ciao amico mio

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