L'idea del romanzo è maturata negli anni, rileggendo la storia del dopoguerra italiano fino agli anni di piombo. Per quest'ultimo periodo, ho avuto la testimonianza di un protagonista: un estremista di destra. Buona lettura.
Prologo
Jesus
cammina lungo la strada di casa. Pensa a quello che troverà da mangiare, per
cena. Ha una scarpa slacciata, il ragazzo, ma non gli importa. Le punte delle
stringhe si sporcano, la madre lo sgriderà, lui lo sa. “Jesus, che orrore! Vuoi
rovinare le scarpe appena comprate? Come ci andrai in chiesa in quelle
condizioni? Lo sai che tuo padre vuole vederti ordinato e pulito! Jesus! Mi farai
morire!” Attraverso gli occhiali dalle lenti così spesse da fargli diventare le
pupille due spilli, il ragazzo si difende con lo sguardo ebete di chi sta a
sentire, fingendo di essere pentito. E’
stato giù al fiume. Nonostante le scarpe nuove. Non ha pescato niente, il
ragazzo. Le trote sono diffidenti, necessitano di pazienza. La trota annusa la
tua ingenuità. Jesus ha delle buone mosche per la stagione. Non hanno
funzionato stavolta. “Jesus, non mi dire che sei stato ancora giù, al fiume!
Quante volte ti devo dire di non andare da solo?” La madre insiste. Il ragazzo
la osserva come a dire: - mamma, ti prego, tra pochi giorni andremo in città,
dove ci sono fiumi che non conosco o forse non ci sarà alcun fiume. Troverò
pesci che non guarderanno un giovane ragazzo e non abboccheranno alle mie belle
mosche. Lasciami pescare ancora un po’, ti prego mamma-. La piccola messicana
lo guarda e si rabbonisce, accarezzandolo sulla chioma spettinata. “Su, vatti a
lavare, tra poco si cena”.
Capitolo 1
I
Il piccolo Pietro entrò nello studio. I
piedini scalzi, facevano risuonare il pavimento di marmo bianco. Il bimbo
poteva sentire il freddo della pietra ma, la smania di presentarsi all’uomo che
lo attendeva, superava il disagio. Il Barone Bellelli, alla vista del piccino,
si aprì ad uno sguardo carico di affetto e tenerezza. “Sali, Pietro”. Il vecchio
aveva sistemato una sedia vicino ad un alto leggìo, sul quale troneggiava un
voluminoso libro. Le pagine giallastre erano illuminate da un fascio di luce
polveroso che entrava dalla finestra principale, quella che ridava sul
roseto. Dalle ante socchiuse giungeva un
lontano rumore di campanacci e una brezza delicata che muoveva leggermente le
pagine. Pietro si arrampicò agilmente sulla sedia. Ora stava dritto, in piedi
di fronte al libro aperto, il volto illuminato dal riflesso del sole sui fogli.
Puntò il ditino tozzo e poco pulito sulla grande illustrazione nella quale, Noè
sulla poppa dell’Arca, guardava atterrito i marosi del diluvio universale. Il
Barone, da qualche tempo, aveva preso in simpatia il bimbo, figlio del fattore.
Non aveva eredi maschi, il padrone. Solo Cecilia, sua unica figlia, alla quale
non avrebbe certamente potuto lasciare la baronia, le mandrie e le proprietà.
Il vecchio era convinto che Pietro sarebbe stato un valido aiuto per la figlia
adorata. “Noè fu il
prescelto da Dio, per salvare la sua famiglia e tutti gli animali della terra”,
il Barone lo redarguiva. “Comportati bene Pietro, Dio salverà anche te.” “Posso
portare con me la mia bufala?” domandava il bimbo, preoccupato di dover
abbandonare il suo animale preferito. Il Barone sorrideva accarezzandogli il
mento: “ Certamente ma voglio pure che tu stia sempre vicino a Cecilia, quando
sarai grande!” Pietro abbassava lo sguardo. “Cecilia è piccolina ed è troppo
duro per lei badare alle mandrie , ai cavalli, ai campi.” “Signor padre, come
volete voi” rispondeva Pietro.
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